#FILM
“Zum see” di Federico Fasulo (2023)
Lei è tedesca, ed è in vacanza con i suoi. Lui è italiano e fa il cameriere al ristorante in riva al lago: s’incontrano per caso e da lì è amore. Un amore che non vedremo mai nascere e in men che non si dica è già arrivato il momento di ripartire.
Non ci sono baci né carezze nel corto di Federico Fasulo. Solo la consapevolezza di qualcosa che se nascesse farebbe soffrire ancor di più il cuore di entrambi. E allora meglio reprimere. Che cinismo. Per questo, anche se insieme, i due protagonisti sembrano essere già mesti, malinconici e svogliati. Neanche i bagni al lago, le gite in barca o grandi e colorati gelati sembrano sciogliere i loro corpi.
E’ una storia che non può che finire come è iniziata: un campo lungo col tramonto sulla spiaggia ghiaiosa del lago e il non vedere l’ora di tornare a casa per poter dimenticare, e andare oltre. Sono i dolori migliori dell’adolescenza, quelli per cui ci si tormenta all’infinito pensando che se si fosse fatto un passo in più… Ma è così che si cresce più in fretta.
Presentato ad Alice nella città, Onde corte in occasione del Festival del Cinema di Roma
Autore: Michele Zaffarano
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Questo film fa parte del programma Dieci corti in giro per il mondo.
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