#FILM
Le Mosche di Edgardo Pistone (2022)
Quello dell’adolescenza è un tempo scomposto che si compone di lunghi attimi e occasionale quotidianità. Un’età ferma (si fa per dire) tra un passato troppo giovane e un futuro troppo adulto; tra l’innocenza e la colpa. E’ questo il campo esistenziale preso in esame da Edgardo Pistone in “Mosche”, film in bianco e nero che – al pari dei suoi giovani protagonisti – procede per ritagli di tempo.
Il racconto libero, infatti, si snoda nell’osservazione innocente e partecipe di episodi, scherzi, attese. Pistone dimostra polso e maturità nel padroneggiare la forma breve attraverso una regia puntuale e una scrittura congeniale alla durata.
Quattro adolescenti napoletani ronzano – come mosche – alle prese con un’irrimediabile insoddisfazione che li attrae, come per inerzia, verso il marcio. Quando il presente si fa opaco, il pericolo luccica e basta poco per commettere l’irreparabile. Ammazzare il tempo, a Napoli, può diventare pericoloso; talvolta si finisce per ammazzare e basta. E tutto ciò, solo per scherzo.
– Francesco A. Dubini
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