#FILM
Jocu di Marco Santi (2023)
Il cortometraggio Jocu, diretto da Marco Santi, imprime fin dalle prime immagini un’atmosfera carica di tensione e angoscia. Ispirato alla tragica strage di Villarbasse del 20 novembre 1945, l’ultimo caso in Italia in cui fu applicata la pena di morte, si svolge in un casolare nei dintorni di Torino, teatro di una rapina – che si trasforma in carneficina dopo il riconoscimento di uno dei malviventi – orchestrata da un gruppo di banditi siciliani.
Diviso in tre coinvolgenti capitoli, il cortometraggio offre prospettive diverse sugli avvenimenti. Nel primo capitolo, “Fiorina”, la governante protegge la nipote del proprietario, la piccola Bianca, nascondendola dai rapinatori attraverso il gioco del nascondino. Mentre si nasconde a sua volta, incontra Francesco, un ex dipendente del casolare, che la rassicura e, con astuzia, scopre la posizione dei soldi nascosti. Nel secondo capitolo, “Francesco”, si rivela che uno dei rapinatori è proprio Francesco, il cui riconoscimento conduce alla tragedia. Nel terzo capitolo, “Bianca”, assistiamo alla bambina nascosta nell’armadio e al suo salvataggio dal casolare. In tutto ciò, la piccola rimane al sicuro, ignara della tragica situazione intorno a lei.
Il titolo “jocu”, che significa “gioco” in siciliano, potrebbe apparire fuori contesto, ma trova giustificazione nel gioco del nascondino, che protegge la bambina fisicamente e mentalmente dalla tragedia. Attraverso una tavolozza di colori scuri e spenti e una fotografia particolarmente calibrata, Santi restituisce la drammaticità storica della vicenda. Gli elementi sonori e una regia caratterizzata da movimenti di macchina serrati e intensi contribuiscono a immergere completamente lo spettatore all’interno di una storia dominata da una tensione crescente che viene deflagrata nel tragico finale.
– Sofia Zamponi
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