Il Centro Nazionale del Cortometraggio, promosso da Aiace Nazionale e Museo Nazionale del Cinema, present
Corti d’autore | 3
l’appuntamento mensile con i più bei cortometraggi della storia del cinema, firmati dai più importanti cineasti di ieri e di oggi
Torino, mercoledì 16 novembre 2011, ore 20.30, Cinema Massimo Tre
IL CINEMA VENUTO DA LONTANO – Karabasz, Kiarostami, Kieslowski, Ghobadi, Sokurov
Cinque grandi autori per altrettanti piccoli capolavori: cinque sguardi di una purezza sconvolgente in arrivo dall’Iran, dalla Polonia del socialismo reale e dalla Russia
I musicanti (Muzykanci) di Kazimierz Karbasz (Polonia 1959, 10’)
Gran Premio al Festival di Oberhausen 1961. Il cortometraggio che riprende la seduta di prove della banda d’ottoni dei conducenti dei tram di Varsavia su cui Kieślowski ha scritto parole definitive, scegliendolo tra i dieci capolavori della storia del cinema, assieme a film di Welles, Chaplin, Fellini… “È raro che un corto esprima tante cose, in una maniera così semplice e sublime, sul bisogno di creare che è proprio dell’essere umano” .
La stazione (Dworzec) di Krzysztof Kieślowski (Polonia 1980, 14’)
Una giornata qualsiasi del 1980 in una grande stazione ferroviaria polacca: uno degli ultimi esempi dell’esperienza documentaristica di cui è impregnata tutta l’opera dell’autore del Decalogo.
Il coro (Hamsorayan) di Abbas Kiarostami (Iran 1982, 17’)
Un uomo anziano, sordo, stacca l’apparecchio acustico per isolarsi dai rumori molesti della città che lo inseguono anche dentro casa: ma finisce per non sentire nemmeno le nipotine che tornano da scuola… Un cortometraggio di esemplare semplicità e finezza, in cui un vecchio non è più un “passante qualsiasi”, ma “qualcuno su cui diventa importante fissare lo sguardo”.
Vita nella nebbia (Zendegi dar meh) di Bahman Ghobadi (Iran 1996, 27’)
Gran Premio della Giuria al Festival di Clermont-Ferrand 1999. Un soffio epico che nasce dalla quotidianità dei curdi di confine, alle prese con una natura ostile e una società durissima: un film “straniante e straziante”, forse più dello stesso lungometraggio di cui è anticipazione, Il tempo dei cavalli ubriachi, incoronato a Cannes l’anno successivo.
Robert. Una vita felice (Robert. Scastlivaja žizn) di Aleksandr Sokurov (Russia 1996, 26’)
Dal regista vincitore (con Faust) del Leone d’oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il film di una serie dedicata ai più importanti maestri della pittura europea esposti nel museo Hermitage di San Pietroburgo, tra cui Sokurov sceglie il pittore francese del periodo napoleonico Hubert Robert
Le proiezioni saranno presentate da Gianni Volpi, critico e storico del cinema.